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Pallone che passione a Château-d’Oex

Da Veronica Addazio @SvizzerAmo

Ci sono poche parole per descrivere un volo in mongolfiera. Una le racchiude tutte: meraviglia! È questa la sensazione che portiamo a casa di ritorno dall’ultimo viaggio in Svizzera. La nostra meta è stata il villaggio di Château-d’Oex, tra le montagne purtroppo poco innevate della regione di Pays-d’Enhaut, in Canton Vaud, sopra Montreux. Qui, dal 23 al 31 gennaio scorso si è svolta la 38a edizione del Festival International de Ballons. Le particolari condizioni meteorologiche e la posizione privilegiata della valle per quanto riguarda venti e correnti permettono ogni anno a decine e decine di mongolfiere di tutti i colori e fogge di librarsi nell’aria.

Volare anche quando il festival è finito

Un’esperienza che tutti possono provare anche quando il festival è terminato. Tempo permettendo è possibile volare tutti i giorni dell’anno nella capitale alpina della mongolfiera, anche se non proprio a buon mercato, il volo costa 390 franchi per gli adulti e 195 franchi per i bambini ma, credeteci, vale ogni singolo franco speso. Per informazioni, www.ballonchateaudoex.ch.

Svizzy e noi non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione e siamo saliti a bordo della coccinella giallo-blu della squadra francese di Nicolas Le Franc. Si è coinvolti dal team di equipaggio in ogni fase dell’allestimento dell’enorme pallone che arriva a pesare anche più di 200 chilogrammi, cesto a parte. La massa fluttuante, leggera e colorata di tessuto da vela si rigonfia lentamente con l’aiuto di un grosso ventilatore e delle fiammate di propano sapientemente dosate dal pilota. Il pallone prende forma e si eleva, assistito dall’equipaggio di terra che con delle funi mantiene stabile l’equilibrio della mongolfiera. l’equipaggio sale a bordo nel cesto (noi eravamo in cinque – compreso Svizzy!) e dolcemente si prende quota.

Le fasi del volo

Il viaggio ha inizio. Si sale sospinti lievemente dal vento e dal calore prodotto dal gas che porta su, in alto ben oltre i 2mila metri, a sfiorare dolcemente il profilo delle cime delle montagne. Il Monte Bianco, l’Eiger, il Lago Lemano… tutta la geografia svizzera è sullo sfondo, nel silenzio del cielo, rotto solo dallo sbuffo del bruciatore. Il volo può durare ore, sai dove sei partito ma non dove atterrerai. La fase dell’atterraggio, in effetti, è quella più delicata da un punto di vista tecnico e anche più emozionate. Il pilota inizia ben presto a mettersi alla ricerca di uno spazio dove posarsi, meglio se pianeggiante e vicino a una strada.

La squadra di terra è in costante collegamento radio e telefonico per seguire il tragitto del pallone. Ci aspetterà all’atterraggio per recuperarci. L’atterraggio è fatto di tentativi: lentamente si perde quota, il vento ti sospinge dove vuole lui, le punte degli abeti sfiorano il cesto (chi le ha mai viste dall’alto?!). Ecco uno spiazzo innevato, potrebbe essere il punto giusto dove scendere ma non lo è ancora, il vento ci risolleva. Finalmente si individua un’altra “piazzola” d’atterraggio, nel frattempo abbiamo percorso quasi un’ottantina di chilometri ma a essere sinceri, non ce ne siamo neanche accorti. Si perde di nuovo quota, si sfiora la neve, la co-pilota ci avvisa di piegare le gambe per evitare contraccolpi e di tenerci ben saldi al cestello che sobbalza sul terreno un paio di volte fino ad assestarsi.

Con un po’ di dispiacere (si stava così bene e in pace lassù) siamo a terra, nel bel mezzo di una stradina di montagna, bloccando con la nostra enorme coccinella volante l’accesso alle macchine, compresa quella di un postino che da bravo svizzero non si scoraggia, prende lettere e plichi e procede a di corsa per continuare il suo lavoro! Finito il volo inizia la parte più faticosa. Il pallone va sgonfiato, ripiegato e caricato sul furgoncino che ci attende. Un’ora di duro lavoro. La leggerezza del tessuto si fa all’improvviso pesante, è come ripiegare delle lenzuola dure e bagnate di neve e fango. Con la partecipazione di tutto l’equipaggio, la coccinella si sgonfia ed è riposta in un’enorme sacco rotondo, pronta per il prossimo viaggio.

Espace Ballon, il regno del volo

Per conoscere tutti i segreti tecnici e scientifici che permettono oggi all’uomo di volare o semplicemente per vedere tutte le locandine storiche del Festival de Ballons, il consiglio è quello di visitare l’Espace Ballon, nel centro di Château-d’Oex.

Uno spazio luminoso, dal design moderno che celebra l’antico sogno dell’uomo di librarsi nell’aria, dal mito di Icaro all’impresa del pallone Breitling Orbiter pilotato dallo svizzero Bertrand Piccard e dal britannico Brian Jones che nel 1999 compì per primo l’impresa di circumnavigare la terra non-stop nella stratosfera.

Info: www.espace-ballon.ch

Si ringrazia per il viaggio:

Canton Vaud

Pays-d’Enhaut Tourisme

Hôtel Roc&Neige

Restaurant Le Chalet

Festival International de Ballons

Espace Ballon


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